Come Šostakovič mi ha salvato la vita
Perché l’ascolto di una musica triste o cupa ha spesso il potere di mostrare un raggio di luce alla mente incagliata fra le secche della depressione? Da dove viene questa misteriosa capacità di una composizione musicale di suggerire all’umanità sofferente un invito alla resistenza e alla speranza? Sono alcune delle domande a cui lo scrittore e musicista Stephen Johnson cerca di dare una risposta attraverso un’originale ricerca che prende spunto dalla sua battaglia personale contro il disagio psichico, e dal ruolo decisivo che in essa ha giocato la conoscenza del percorso creativo e biografico di Dmitrij Šostakovic. La musica del compositore russo è a tratti fra le più intense, aspre e strazianti scritte nel Ventesimo secolo, eppure la sua capacità di riflettere con tanta esattezza e autenticità i traumi della psiche e, più in generale, della condizione umana, spinge l’ascoltatore a una insperata presa di coscienza della propria capacità di emozionarsi nonostante tutto. E riesce nel miracolo di inserire la sofferenza personale in un grande racconto collettivo. Facendo appello alle conoscenze della neurologia e della psichiatria, alla letteratura e alla filosofia, Johnson ci invita a riflettere su questo potere curativo della musica, e ci offre al tempo stesso un inedito ritratto di uno dei compositori più enigmatici e geniali del Ventesimo secolo.