Minuti contati
La Galleria Borghese è quel tipo di luogo che “quando ci stai dentro pensi che nulla di male possa accaderti, che il tempo si sia fermato, che la bellezza regnerà sovrana e il mondo sarà ancora un posto dove si può vivere in pace”. Parola di Stella, quindicenne: ha accettato con entusiasmo la proposta della prof di Arte di fare uno stage alla biglietteria del museo; con lei c’è soltanto l’amico Riky che la conosce da quando erano piccoli e con la quale condivide la passione per l’arte.
Manca una settimana a Natale e la Galleria è gremita di visitatori quando i due ragazzi ricevono uno strano biglietto. È solo il primo di una serie: ogni biglietto contiene un enigma che, se risolto, li porterà al successivo. Stella e Riky verranno trascinati in una corsa contro il tempo per sventare un possibile attacco alle meravigliose opere contenute nelle sale.
Come se non bastasse, Stella ogni tanto ha dei black-out: resta immobile davanti alle sculture, da cui sente provenire una voce che rallenta la corsa verso la soluzione. Racconta di un ragazzo della loro stessa età, Dawit, che insieme alla sua famiglia fugge dall’altopiano eritreo fino alla più vicina sponda del Mediterraneo, nella speranza di approdare a una nuova possibilità di esistenza. Stella sente che quella storia la riguarda, è il filo che la lega alla Galleria che sta così ardentemente cercando di salvare. Le ricorda che l’arte è una tra le più importanti e primitive forme di salvezza e che i corpi che soffrono troveranno sempre un loro spazio tra le mura di Villa Borghese. L’abbraccio dell’arte accoglie tutto, tranne la disumanità.