Il cuore sulla pelle
Il tatuaggio è di moda, ma non è soltanto una moda. È un costume arcaico della civiltà umana che ciclicamente torna in superficie rinnovando i suoi significati e i suoi simboli. È un fossile vivente, un gesto antichissimo passato indenne attraverso le riprovazioni e le proibizioni. È, soprattutto, un legame tra memoria, avventura e corpo, parente stretto della scrittura e dell’arte. Non dovrebbe dunque stupire che la letteratura lo abbia ospitato e accudito fin dagli esordi, in pagine che spesso si soffermano sul fascino dell’allusione simbolica, sul rapporto quasi erotico fra tatuatore e corpo tatuato, sulle rifrazioni del desiderio che un segno indelebile lasciato sulla pelle può scatenare.
Questo libro testimonia alcune di queste rifrazioni immaginarie attraverso le parole degli scrittori di ogni tempo e paese: il tatuaggio come feticcio erotico, marchio criminale, sogno infantile, retaggio d’avventura, simbolo tribale, fantasia sadica, forma d’arte. Quelle raccolte fra queste pagine sono mappe di mondi ignoti, tatuaggi della mente che accendono il bisogno di conoscenza e di avventura, seguendo una linea d’inchiostro che scorre ininterrotta dalla pelle incisa di un corpo al foglio bianco dello scrittore.
I racconti lunghi comprendono autori come Ray Bradbury, Sylvia Plath, Jinochiro Tanizaki, Nicolai Lilin, Wolfgang Hildesheimer, Bohumil Hrabal, Victor Segalen, Flannery O’Connor, Jürg Fiederspiel, John Irving, Hermann Melville; i frammenti provengono da opere di Robert Louis Stevenson, James Cook, Daniel Pennac, Kurt Tucholsky, Chuck Palahniuk, Arthur Rimbaud, Honoré de Balzac, Franz Kafka e moltissimi altri. Una lunga linea d’inchiostro che scorre ininterrotto dalla liscia superficie di un corpo alla pagina bianca dello scrittore.