La grotta al centro del mondo
Istanbul, 2014. La città è un cantiere silenzioso e ferito, dove ancora riecheggia il rumore dei bulldozer che un anno prima hanno sgomberato Gezi Park, mettendo fine ai sogni di una Meglio Gioventù. Tra i dedali di Cihangir – il quartiere bohemien –, Rumiz incontra Fatih, giovane ricercatore in attesa del visto per gli Stati Uniti, e Gül, giornalista che fatica a orientarsi in un Paese che non riconosce più. Incomincia così un cammino sulle orme di un’antica tradizione casearia – i formaggi stagionati nella pelle di pecora – che porta nel cuore dell’Anatolia fino a scoprire una grotta, che si rivelerà “il centro del mondo”. «Pensavo ti occupassi di gastronomia, non di politica!» le dico. A quelle parole, si abbassa gli occhiali e mi fissa con i suoi occhi neri: «Michele, se ti sta a cuore davvero la gastronomia, in Turchia, finisci per forza per fare politica».