Sigismondo D'India "drammaturgo"
L'opera di Sigismondo D'India, sebbene interamente costituita da musiche non destinate alle scene, è marcata con insistenza da scelte poetiche e compositive che tradiscono una spiccata propensione per la sfera drammatica. Cinque lunghi "lamenti" e una patetica "lettera amorosa" sono la testimonianza di un'aspirazione inappagata alla musica teatrale e, al tempo stesso, della volontà di sfruttare il mezzo rappresentativo per investigare la scena tragica. Ma l'indagine su tale aspetto del repertorio dindiano lascia anche intravedere il carattere di un artista irrequieto e incline alla melanconia; l'osses-siva concentrazione su versi carichi di sofferenza, sottoposti a una scrittura musicale sempre convincente e quasi "vissuta", solleva infatti il ragionevole dubbio che nel cuore della sua creazione viva il riflesso di una vicenda umana e artistica tutt'altro che serena. Fra le cause possibili, un rapporto quantomeno inquieto con il talento e la fama del suo maggiore contemporaneo: Claudio Monteverdi.