I troll
Dalla penna di Alan MacDonald e dal folklore della Norvegia sono arrivate in Italia le avventure della divertentissima famiglia Troll. Naturalmente le ha ospitate Giralangolo, la sigla di libri per ragazzi di EDT, che dopo il clamore (e il fracasso) dei primi due volumi manda in libreria altre simpatiche storie di una banda che non riesce proprio a passare inosservata.
Dice il dizionario che i troll sono “folletti dispettosi della mitologia scandinava”. Pare che in realtà di vero ci sia solo la provenienza: calano dalle caverne della Norvegia, ma sono più grossi di un semplice folletto. E anche mooolto più puzzolenti!
Dopo aver lasciato un segno con Arrivano i Troll! e In vacanza con i Troll, l'improbabile famiglia continua a far parlare di sé in altri due volumi in questi giorni in libreria e dai titoli a dir poco trolleschi: Una partita da urlo! e Sformato di montone.
Il contesto è volutamente deformato dalla penna di MacDonald, ma una cosa certa. L'umorismo di queste storie conquista lettori di ogni età, perché gioca (almeno) su due livelli: quello fisico e grafico, fatto di situazioni grottesche e descrizioni coinvolgenti; e quello più sottile e molto “british” della narrazione e dei dialoghi.
Ancora una volta tutto nasce dal tentativo dei Troll di adattarsi alle strampalate regole di vita degli "uomani". Ulrik e i suoi genitori Egbert e Nora continuano il loro cammino verso l’integrazione. C’è chi, come Nora, si cimenta nel cucinare cibi che non siano lo sformato di montone (il principale piatto con cui i troll festeggiano il Natrolle, che cade il 25 dicembre). E c'è chi, come il piccolo Ulrik cerca di giocare una partita di calcio, uno sport non proprio indicato per un giovane troll.
La vita non è facile anche (o soprattutto) se si è dei Troll. Le storie di questa famigliola, però, ci insegnano a guardare le cose da una prospettiva più ampia. Le difficoltà dei Troll, in qualche modo, sono anche le nostre e possiamo imparare a superarle insieme. Forse non incapperemo in disavventure surreali come le loro, ma la sensazione di smarrimento che la grossa famiglia norvegese prova per la quotidianità è un sentimento che tutti conosciamo bene. A parte i peli e l’odore, possiamo dirlo, non siamo poi così diversi!