Confesso che ho peccato. Introduzione a I Cento di Roma 2017
[Pubblichiamo l'Introduzione de I Cento di Roma 2017, firmata dai curatori della guida]
Cento racconti serali prima di dedicarsi al più dolce dei vizi: la gola
di Stefano Cavallito, Alessandro Lamacchia e Luca Iaccarino
Quante volte figliolo? Almeno centocinquanta.
Sì, anche quest’anno abbiamo mangiato in almeno centocinquanta ristoranti della capitale, abbiamo pagato il conto quindi ci siamo messi davanti a un computer per scrivere la nostre impressioni: le recensioni di questa guida non sono troppo tecniche perché pensiamo che il lato più goloso dei locali siano le storie dei cuochi e del personale di sala che, dietro a insegne blasonate o di periferia, lavorano duro, tante ore al giorno, con l’obiettivo di farci stare bene. E proprio perché raccontiamo storie, speriamo che ci leggiate la sera, prima di andare a dormire, anche se il giorno avete intenzione di mangiare la cacio e pepe a casa vostra in ciabatte.
Noi, invece, non siamo dei pantofolari e, dopo avere provato i ristoranti, ci siamo incontrati tutti insieme (di nuovo) intorno a una tavola e abbiamo deciso i cento locali che troverete in queste pagine.
Per il resto la guida segue un’idea semplice.
Ci sono ristoranti che ti chiedono conti sopra 40 euro a testa – senza contare il vino perché si può prendere un calice o un Barolo d’annata – e noi diventiamo più pretenziosi. Ci prendiamo la briga di metterli in classifica da uno a cinquanta e tariamo le papille al massimo. Qui la cucina è la nostra unica stella cometa. Poi c’è la sezione dedicata alle osterie, che sono poi tutti i posti dove si riesce a mangiare spendendo sino a 35-40 euro: qui entrano in campo anche fattori come l’ospitalità e il sorriso degli osti, il piacere di stare a tavola e i sentimenti. Ma i sentimenti non si mettono in classifica e, quindi i locali Pop sono in ordine alfabetico ma c’è un vincitore. Questa è la nostra fotografia di Roma scattata dalle sue tavole imbandite. Speriamo che sia di vostro gradimento.