Dalla Prefazione
Per introdurvi alla lettura de L'armonia delle voci di David Huron, vi proponiamo in lettura la parte iniziale della Prefazione.
In una normale conversazione si fa a turno, in modo che a parlare sia solo una persona alla volta. Quando due persone parlano simultaneamente, chi le ascolta spesso rimane disorientato. In musica, al contrario, l’educato scambio di ruoli è un’eccezione: i musicisti sembrano perfettamente a loro agio quando “parlano” tutti assieme. Ma i suoni simultanei sollevano speciali problemi percettivi: ascoltare due melodie allo stesso tempo può essere tanto faticoso quanto ascoltare due discorsi simultanei, se le due melodie non sono state attentamente costruite e coordinate.
Nel corso dei secoli i musicisti hanno formulato molte regole o raccomandazioni basate sulla loro personale esperienza nella combinazione di suoni multipli simultanei. Nel tempo le varie regole si sono fuse in diversi sistemi normativi. Le regole della scrittura a più parti cambiano da uno stile all’altro, perciò scrivere contrappunti accademici è diverso dal comporre madrigali, dall’armonizzare melodie di corali, dallo scrivere quartetti barbershop o arrangiamenti per un gruppo jazz. Ma, al di là delle molte specificità stilistiche, tutti i tipi di scrittura a più parti condividono un nucleo comune di regole.
Questo libro ha due obiettivi complementari. Il primo è fornire una spiegazione scientifica al nucleo fondamentale di quelle regole, partendo dal presupposto che il lettore già le conosca, almeno in qualche misura. Le spiegazioni riguarderanno sia la scrittura a più parti sia, in senso più ampio, la condotta delle voci. Spero altresì di aiutare i compositori, trasmettendo loro una migliore comprensione dei pertinenti studi percettivi, a migliorare la propria tecnica. A questo scopo il capitolo conclusivo propone dettagliati suggerimenti per una scrittura a più parti avanzata.
Il secondo obiettivo è delineare un quadro scientificamente fondato del linguaggio musicale. Vedremo che la condotta delle voci, in definitiva, spalanca la porta a ben più ampie questioni di organizzazione dei suoni – cosa a cui faremo riferimento come “organizzazione della scena” musicale. Coordinare suoni musicali simultanei non è semplicemente una questione di scrittura indipendente delle parti, ma – affinché il risultato sia percettivamente coerente – implica anche l’integrazione delle risorse musicali. Entrambi i compiti sono cruciali per la composizione, l’arrangiamento e la strumentazione. Ed entrambi sono applicabili a ogni genere di musica – non solo a quella classica. I medesimi problemi di organizzazione dei suoni devono essere affrontati da chiunque faccia musica, inclusi i compositori elettroacustici e gli ingegneri del suono.
David Huron. L'armonia delle voci. La scienza che spiega l'arte musicale © EDT 2017