Il percorso escursionistico europeo E4
Camminare per il piacere di farlo, sapendo che a 4km all'ora la vita scorre meno in fretta e può essere gustata con intensità. Più o meno con questi pensieri nello zaino, nella Settimana Santa del 1999 Christopher Somerville si mette in marcia da Káto Zákros, sulla costa orientale di Creta, per seguire il celebre ma non così battuto (e non così segnalato) tratto cretese del Percorso escursionistico europeo E4.
Questo epico itinerario - il termine "epico" è quanto mai appropriato sull'isola di Minosse - inizia in Portogallo e termina a Creta, dopo aver attraversato Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Austria, Ungheria, Romania, Bulgaria e Grecia snodandosi per oltre 10.500 km.
Chi desidera seguire le orme di Somerville, dovrebbe mettere in preventivo un periodo di quattro settimane, calcolando di rispettare una media di 15 km al giorno.
Per affrontare il percorso con calma e godere al massimo le sue attrattive paesaggistiche - senza contare le possibilità di immersione nella cultura dell'isola - occorre però disporre di un periodo più lungo. Un paio di mesi sono l'ideale anche se, come per tutti i lunghi trekking, ci si può concentrare su una porzione del cammino. La cosa fondamentale è non sottovalutare la difficoltà dell'impresa e partire preparati. Piccoli accorgimenti, come il dispositivo a ultrasuoni per tenere lontani i cani selvatici, utilizzato e descritto anche da Somerville, renderanno la vostra marcia molto più sicura.
In un paesaggio avvolto nel profumo di origano selvatico e timo, il percorso inizia da Káto Zákros, in un tratto piuttosto agevole e adatto agli escursionisti anche meno in forma. Si prosegue attraverso la Valle dei Morti, un nome che attribuisce subito un che di iniziatico al cammino. La sensazione di essere venuti fino a Creta per una semplice passeggiata svanisce in fretta, non appena ha inizio il tratto alpino che porta all'Altopiano di Lasíthi. A 900 metri di altezza, l'altopiano è una spettacolare distesa di campi coltivati e di frutteti, già coltivato in età minoica. Ancora oggi è molto suggestiva la visione di ciò che resta degli antichi mulini costruiti dai veneziani nel XVII secolo.
Il percorso continua attraverso il popoloso nomós di Iráklio, attraverso piccoli e deliziosi villaggi, e fa rotta verso l'Altopiano di Nída, seguendo il fianco della montagna più alta di Creta, il Monte Psiloritis.
La meta successiva è il borgo di Argyroúpoli, non lontano dalla località balneare di Réthymno, i cui abitanti hanno conservato lo stile di vita tradizionale e sono sempre pronti a dare ospitalità ai villeggianti che nelle giornate più calde e afose dell'estate fuggono dalla costa.
A questo punto una delle digressioni possibili conduce alla Gola di Samariá, vero e proprio must dell'escursionismo cretese, la cui esplorazione regala esperienze che non si dimenticano.
L'ultimo tratto del percorso escursionistico piega deciso verso la costa sud-occidentale, oltrapassando le aspre montagne di Lefká Óri in direzione di Soúgia, una delle località balneari più tranquille e meno battute della costa cretese, perfetta per ricaricare le batterie in vista dell'ultimo tratto del cammino.
A questo punto, dopo più di 200 km di scarpinata in uno scenario che sembra sospeso nel tempo, tra mille fatiche e altrettanti momenti di incanto, il viaggiatore è pronto per una visita al bellissimo monastero di Moní Hrysoskalítissas, dov'è custodito il mistero dello scalino d'oro. Narra la leggenda che uno dei 62 gradini che portano al monastero sia d'oro ma che soltanto i puri di spirito possano vederlo.
Se la visione vi fosse negata, non disperate. Forse il premio va cercato nel senso di benessere e di appagamento che si prova arrivando fino a qui, soprattutto quando ci si distende al sole sulla spledida spiaggia di Elafonísi: la fama della sua bellezza ha varcato da un pezzo i confini cretesi.
L'ultima tappa, da percorrere in trionfo come si addice alla conclusione delle grandi imprese, conduce al porto di Kíssamos-Kastélli. L'occasione è ottima per celebrare la propria tenacia, ma anche perché da Kíssamos partono i traghetti per il Peleponneso.
Il consiglio è di non avere fretta di lasciare l'isola: da queste parti si trovano alcune spiagge di ciottoli o di sabbia che sarebbe un reato ignorare.