Intervista all'autore
In Giappone (anche in Giappone) non bisogna mai fermarsi alla superficie delle cose. Bellezza e verità si trovano oltre lo shock e lo spaesamento iniziali. Parola di Alan Macfarlane, professore emerito di antropologia del King's College di Cambridge. Gli abbiamo rivolto qualche domanda per introdurci alla lettura del suo libro Enigmatico Giappone, il nuovo volume della Biblioteca di Ulisse.
Professor Macfarlane, qual è stato il suo primo impatto con il Giappone?
Ricordo che mia moglie ed io arrivammo al Narita Airport di Tokyo e da lì proseguimmo dritti per la città di Sapporo, nell'isola settentrionale di Hokaido. A parte qualche piccola differenza, ci sembrò di trovarci in città dell'Occidente e questo aspetto fu piuttosto deludente. Fu solo a poco a poco che potei capire che sotto la superficie si celava un mondo totalmente sconosciuto e per nulla familiare. In altre parole, lo shock dell'estraneità non fu immediato, ma iniziò qualche giorno dopo il nostro arrivo.
Il titolo originale del suo libro fa riferimento a Alice attraverso lo specchio, il sequel che Lewis Carroll scrisse sull'onda del successo di Alice nel paese delle meraviglie. Che significato ha questa citazione per la sua indagine antropologica?
I significati sono in realtà numerosi. Nell'immaginario occidentale il Giappone è spesso considerato un paese bizzarro, capace di capovolgere i riferimenti più consueti, non molto diverso dal mondo che Alice incontra dietro lo specchio. All'inizio Alice s'imbatte in qualcosa di quasi familiare, un qualcosa che però diventa sempre più curioso mano a mano che il suo viaggio procede. Così è accaduto a me in Giappone. Come Alice, del resto, ero pieno di certezze sui miei valori occidentali e su quelli della middle class britannica dalla quale provengo. E, ancora come Alice, sono stato costretto a rivedere i miei principi, ad andare all'essenza delle cose e a pormi domande su tutto.
Il suo studio è il frutto di una lunga ricerca e di una altrettanto lunga frequentazione della società giapponese. In altre parole, e per richiamare il titolo italiano del libro, in che cosa consiste il vero "enigma" del Giappone?
In Giappone niente di ciò che si trova sotto la superficie dell'apparenza ha similitudini con l'Occidente. Per fare qualche esempio e dare dei nomi all'enigma, posso citare: la lingua, il concetto dell'individuo, il particolare assetto economico, le leggi, gli straordinari risultati raggiunti in campo artistico.
La cosa più sorprendente ed enigmatica, però, è che il Giappone sia allo stesso tempo il paese con la società più ritualistica del mondo e quello in cui manca un ordinamento religioso, almeno nel senso occidentale del termine.
Tokyo: per molti viaggiatori occidentali questa metropoli è la sintesi degli eccessi del Giappone. Si tratta davvero di un luogo così estremo o questa città sa essere anche sorprendentemente accogliente e ospitale?
Tokyo, come tutto in Giappone, è la sintesi degli opposti. Tokyo è bizzarra, eccessiva e sterminata - ma anche intima, piccola e familiare. Da molti punti di vista la si può considerare sicura, pulita, efficiente e ospitale. Senza dimenticare, però, che assomiglia a un gigante seduto su un mondo invisibile, dall'insospettabile profondità e capace di sorprendere e spiazzare da un momento all'altro. Un posto meraviglioso da esplorare, quindi.
Torniamo al tema del confronto tra culture. Si può parlare di un differente modo di essere individualisti in Giappone rispetto all'Occidente?
Certamente. I giapponesi sono senza dubbio i più orientati alla vita in gruppo e alle relazioni interpersonali tra tutti gli abitanti delle grandi civiltà industrializzate. Riescono a essere sia una folla solitaria sia individui profondamente in relazione gli uni con gli altri.
Qual è il peggiore errore che un viaggiatore occidentale potrebbe commettere in Giappone?
Piccole cose, facili da evitare: camminare nelle case con le scarpe, gettare i rifiuti nel posto sbagliato, baciarsi in pubblico e poco altro. I giapponesi, però, sono molto gentili e terranno per sé il proprio disgusto. L'errore peggiore, tuttavia, sarebbe non capire quale straordinaria civiltà si celi sotto la superficie moderna e a volte un po' anonima delle cose.
High-tech, Toyota Production System, efficienza: certo, il Giappone non è solo questo. Quali sono le sue armi di seduzione? In altre parole, perché non dovrebbe mancare tra le esperienze di un viaggiatore occidentale?
Il Giappone possiede la più importante tradizione di arte e artigianato del mondo. Custodisce tracce straordinarie di antiche culture siberiane (shamanismo, teatro Nō, poesia meravigliosa) mescolate con gli apporti della modernità. Kyoto e Nara sono città da sogno e anche il cibo è eccellente. In più, proprio come sull'isola della Tempesta di Shakespeare, qui tutto sembra incantato e in perenne trasformazione. Le occasioni per essere sedotti non mancano, quindi.
a cura di Paolo Giuseppe Alessio