#ioriparto: Giovanna Casadio - I libri son desideri
Nella giornata fatidica in cui il “corona”, il virus, ha spezzato le nostre vite tra il prima e il dopo, “avanti corona” e “dopo corona” – che per convezione da qui in avanti chiameremo a.c e d.c. – telefona Filippo Ceccarelli. “Ahò, hai sentito?” mi fa. Filippo è un giornalista eccellente e dissacrante. Con gli amici parla in romanesco: "Sto virus sulla carta ci sta tre giorni, nun more per tre giorni!"
Ha un archivio mostruoso, Filippo. Una gran parte l’ha regalata alla Camera dei deputati. Ma il suo studio è pieno di ritagli di carta, di giornali di carta e di libri, va da sé, di carta. Dice che anche solo il gesto di sfogliare un giornale di carta favorisce l’apprendimento. E qui, cita nomi di cognitivisti così imponenti da mettere a tacere chiunque volesse dissentire.
L’ho immaginato ingaggiare una battaglia col virus per difendere l’illibatezza della carta. Sia come sia, in questi lunghi giorni d.c. mi sono avvicinata guardinga a scrivania, librerie e soprattutto al comodino dove giacciono i miei libri. Poi ho deciso di intraprendere l’impresa: accarezzarli tutti con strofinaccio e alcol, che è lo Sterminator del “corona“.
È vero che, come spiega Ben Greenman in queste stesse pagine, dai libri si attinge la loro smisurata energia. La quarantena, il distanziamento, i divieti, il lavoro da remoto, la prigionia appellata all’inglese – lockdown – e il dolore, soprattutto il dolore per questa spudorata catena di lutti, rendono tutto più difficile. Fatico a mettere ordine tra i numerosi libri. Anche a.c. faticavo. Ora di più.
E poi mi incanto. Sul mio comodino si nasconde un librino piccolo di Barbara Spinelli. Una parola ha detto Dio, due ne ho udite (edito da Laterza). È il salmo (62,12) a dargli il titolo. È un livre de chevet, da tenersi accanto. Sta al posto giusto. Invita a pensare la molteplicità, non in nome di un relativismo da quattro soldi, ma dell’umanità plurale, perché quando pensiamo di possedere la Verità cadiamo nel totalitarismo e nell’esclusione. Tanto per ricordare ai fan della Verità unica, che la verità lasciata da sola con se stessa non splende più forte. Semplicemente, si spegne. Annoto: riflettere sul totalitarismo e gli esclusi, quando ripartiremo.
Accanto a quello, sul comodino, ecco gli Allacarta di EDT e poi, sdruciti – che se li strapazzo con troppo alcol li ferisco –, Gesualdo Bufalino, Il museo d’ombre, e R.L. Stevenson, Il diamante del Rajà, che sono vecchi Sellerio, non so più se acquistati da mio padre o da me. A.c., uno degli ultimi viaggi bellissimi è stato a Palermo. Palermo è magnifica. Persino quand’è desolata, volgare, ’ngrasciata, sguaiata, cattiva. Andateci o tornateci, quando ripartiremo. Magari allungatevi fino alle saline di Trapani.
Risalivo via Libertà sotto la pioggia. Non rammento se sono passata davanti alla casa dei Mattarella. Pioveva fortissimo. Ho girato un po’ a vuoto e finalmente sono arrivata in via Sammartino per approdare in via Enzo e Elvira Sellerio. A casa Sellerio tutto parla della Sicilia coraggiosa, battagliera, seducente e arcaica. Quando è morta Elvira Sellerio, Andrea Camilleri ha portato in regalo un lampadario che troneggia nella sala della casa editrice. Da ogni braccio ora pende un foglio con una frase tratta dai libri di Camilleri. Sono uscita col torcicollo per leggerli tutti.
D.c. le cose sono stravolte. Io mi tengo l’alcol Sterminator e lo strofinaccio a portata di mano. Viaggio tra i libri. Ma ogni settimana, stringo un nodo agli strofinacci, per non dimenticare una cosa semplice: ripartirò dai miei desideri a.c.
Giovanna Casadio è nata a Trapani. Vive a Roma dove è da anni cronista parlamentare per «la Repubblica». Ha pubblicato Quel che è di Cesare (con Rosy Bindi, Laterza 2011); I doveri della libertà. Dialogo con Emma Bonino (Laterza 2012) e, con Michela Marzano, Non seguire il mondo come va. Rabbia, coraggio, speranza e altre emozioni politiche (Utet 2015). Per EDT ha scritto Dove si guarda è quello che siamo (2018) per la collana Allacarta.
#ioriparto
È difficile sapere che cosa i giorni strani e durissimi della quarantena hanno depositato dentro di noi, ma prima o poi dovremo riprendere il controllo delle nostre vite, e non sarà facile. È così che in EDT abbiamo pensato di dedicare uno spazio all’idea di ripartenza. Abbiamo chiesto agli autori e agli amici della casa editrice uno spunto che possa essere di ispirazione in questo complicato frangente. Sono voci da tutto il mondo e ci proporranno un concetto, un ricordo, un libro, un brano musicale: il loro punto di ripartenza personale, una fonte a cui attingere l’energia di cui ora avremo bisogno, all'insegna del motto #ioriparto.