#ioriparto: Riccardo Canella – Fare avanguardia dentro di sé

#ioriparto: Riccardo Canella – Fare avanguardia dentro di sé

Non ho mai avuto tanto tempo libero, almeno dai giorni della scuola alberghiera, quando durante i fine settimana lavoravo saltuariamente in un ristorante vicino casa: i weekend liberi li passavo tra spritz in bicchieri di plastica, baci rubati e viaggi in Vespa con mio fratello e gli amici di sempre verso i concerti punk nei centri sociali. Giorni in cui non esistevano domande, tutto sembrava perfetto e il mondo ai nostri piedi.

Oggi, d’un tratto, quei ricordi – e con essi tante certezze –, sembrano sgretolarsi. Ti svegli e ti pare d’essere in un racconto di Kafka: hai persino paura di mettere i piedi giù dal letto, di sprofondare. Ci sarà ancora il legno del pavimento? Il sole nitido di Copenaghen entra nella mia finestra ma illumina un altro me: non sicuro e motivato, come sempre, bensì svuotato e inutile.

All’inizio di tutto, in preda a una sorta di panico, comincio a sentire più amici possibile: ho il terrore di trovarmi da solo, nel mio studio. Ma il sollievo dovuto a Skype, Zoom, agli aperitivi virtuali dura pochi giorni.

Ed è allora, in quel momento, che decido. Decido di ripartire. Decido di ripartire da me stesso. Ricordate quando da bambini tiravamo i sassi nello stagno? Increspava l’acqua di cerchi concentrici. Ecco: ripartire dal cerchio più piccolo, quello attorno a me. Dai gesti che mi fanno stare bene: di lì, poco a poco, comincio a immaginare il mio nuovo futuro.

Mi metto a pensare. Lo faccio spesso, ma mai come ora: dormo poco, ed è col buio che le idee mi nutrono. E una di queste notti scrivo di getto quel che penso:

People before money
Feelings before success
Freedom before constraints
Responsibilities before guiltiness
Compassion before hate
Love upon them all

In questi giorni sto riflettendo molto sulla persona che voglio essere dopo quel che sta accadendo, non solo come cuoco, ma come essere umano. Un essere umano che fa parte della comunità che lo circonda. Un cerchio dentro un cerchio.

Il mio lavoro è pensare e fare avanguardia. Così rimarrà: cambieranno gli orizzonti, ma non il percorso. Continueremo ad aver bisogno di nutrire le nostre anime e le nostre menti per elevarci, di essere connessi con le nostre emozioni per dare sfogo alla nostra creatività, di essere umani più che esseri umani.

Voglio ripartire in una società che rallenta, più consapevole.

Voglio ripartire da me stesso, e mi immagino in campagna a coltivare ciò che potrò offrire ai miei ospiti. Ma non voglio tirarmi fuori dal sistema. Voglio invece poter ispirare altre persone e creare qualcosa di nuovo.

Perché in questo momento “avanguardia” non significa guardare lontano, ma dentro di sé.

E a volte quello è il punto più distante da raggiungere.

Riccardo Canella

Riccardo Canella è un cuoco ed è nato a Mestrino, provincia di Padova, nel 1985. Dopo l’apprendistato dal pasticcere Luigi Biasetto, a 19 anni entra nel mondo dall’alta cucina varcando la porta dell’Albereta, il ristorante di Gualtiero Marchesi. Dal 2015 è sous-chef nel ristorante che sta scrivendo l’avanguardia gastronomica degli anni Dieci: il Noma di Copenaghen, dello chef Renè Redzepi (quattro volte miglior ristorante del pianeta per la classifica 50 Best). Canella è uno dei cinque membri del Test Kitchen, il centro di ricerca e sviluppo del locale danese.

#ioriparto

È difficile sapere che cosa i giorni strani e durissimi della quarantena hanno depositato dentro di noi, ma prima o poi dovremo riprendere il controllo delle nostre vite, e non sarà facile. È così che in EDT abbiamo pensato di dedicare uno spazio all’idea di ripartenza. Abbiamo chiesto agli autori e agli amici della casa editrice uno spunto che possa essere di ispirazione in questo complicato frangente. Sono voci da tutto il mondo e ci proporranno un concetto, un ricordo, un libro, un brano musicale: il loro punto di ripartenza personale, una fonte a cui attingere l’energia di cui ora avremo bisogno, all'insegna del motto #ioriparto.