Blues
“Il blues è solo un brivido profondo e doloroso”: è a definizioni come questa, cantata nei primi anni Quaranta dal chitarrista nero Son House, che spesso si è fatto ricorso nel tentativo di descrivere il blues. In realtà, a seconda delle circostanze si può definire il blues in termini emotivi, tecnico-musicali, socio-culturali o commerciali, e i risultati non necessariamente coincideranno. Questo testo aiuta il lettore a orientarsi fra le differenti interpretazioni, offrendo un panorama completo di come si sia evoluto il blues e di come, parallelamente, si sia evoluto il nostro modo di intenderlo. Ne rintraccia le radici nei canti religiosi e di lavoro della popolazione nera del Delta del Mississippi, mostrando le trasformazioni operate da artisti professionisti come W.C. Handy, che per primo lo rese celebre attraverso un’incisione, nel 1914. Ne segue poi l’evoluzione da Ma Rainey e Bessie Smith a Billie Holiday e B.B. King, descrivendo l’impatto delle incisioni di blues rurale di artisti come Lemon Jefferson o Charley Patton, esplorando il ruolo del blues nello sviluppo della musica country e nel jazz, ed esaminando le tendenze rhythm and blues degli anni ’40 e ’50, dallo stile urbano West Coast di T-Bone Walker, caposcuola della chitarra elettrica solista, al sound di Chicago di Muddy Waters. Si spinge quindi fino ai nostri giorni, attraversando la stagione del rock ’n’ roll, toccando gli effetti del blues sulla poesia e il suo collegamento a stili moderni come il rap: mostrando, insomma, tutta l’ampiezza di un fenomeno storico e musicale di immensa popolarità.