Bruckner
In tutta la storia musicale dell'Ottocento, in tutta la vicenda del Romanticismo, non esiste un artista più contraddittorio e straordinario di Anton Bruckner: nessuno, dopo Berlioz e prima di Mahler, fu più di lui criticato e discusso. Per la sua propensione reazionaria e al contempo avanguardistica fu avversato a Vienna,
la città vivace ed elegante che ne irrideva la figura stravagante, il comportamento timido, il vestire antiquato, e che consegnava il personaggio un po' anacronistico all'illustrazione di silhouette gustose. Eppure nelle sue opere Bruckner giungeva a scomporre, in un'analisi persino spietata, l'intero meccanismo della Sinfonia post-beethoveniana, con un coraggio che agli occhi dei contemporanei poteva apparire incoscienza, velleità iconoclastica o ignoranza storica, ma che allo sguardo moderno si rivela in tutta la sua rivoluzionaria grandezza. Bruckneriano della prima ora, Sergio Martinotti traccia un profilo appassionato della figura, al tempo stesso così inattuale e rappresentativa del proprio tempo, del grande compositore austriaco, seguendone la vita povera di avvenimenti esteriori e tuttavia densa di inquieta creatività, e analizzandone poi nel dettaglio l'intera opera, dalla profonda forza spirituale delle composizioni sacre all'immenso dispiegamento sinfonico. Integrano questa rinnovata edizione del profilo biografico-critico tre saggi nei quali vengono presi in esame alcuni tra i problemi più rilevanti della ricerca bruckneriana, tra cui quello delle differenti versioni delle Sinfonie, dell'edizione critica e della ricezione italiana.