Grand Hotel Abisso
La scommessa di questo libro, accolto con grandi elogi alla sua comparsa nel 2017 e poi tradotto in tutto il mondo, è quella di raccontare una delle pagine più appassionanti della storia del pensiero filosofico come una sorta di biografia di gruppo. La storia della corrente neo-marxista della cosiddetta Filosofia critica, o Scuola di Francoforte, letta attraverso le appassionanti vicende personali dei suoi protagonisti: Walter Benjamin, Theodor Adorno, Max Horkheimer, Herbert Marcuse, Erich Fromm, Friedrich Pollock, Franz Neumann, Jürgen Habermas e molti altri, figure rivoluzionarie del mondo intellettuale europeo del Novecento.
Sullo sfondo delle loro vite si vede passare l’intero secolo: la Repubblica di Weimar, l’avvento del Nazismo, la tragedia della guerra e la Shoah, l’ambiente degli esuli in America, lo Stalinismo e i partiti comunisti europei, la Guerra fredda e via via il Sessantotto, le contestazioni, gli anni Ottanta fino al pensiero postmoderno.
Il titolo Grand Hotel Abisso è preso da un articolo con cui il filosofo marxista György Lukács nel 1977 attaccava pesantemente questo gruppo di filosofi, troppo dedito alla discussione, troppo salottiero e poco interessato, a suo parere, a cambiare il mondo “con le buone o con le cattive”. Ma ciò che risulta con chiarezza dalle pagine di Jeffries è come la Scuola di Francoforte abbia saputo negli anni elaborare uno spazio intellettuale di estrema libertà, nel quale vengono radicalmente messi in discussione temi di sessualità e cultura, politica e filosofia della scienza. Uno spazio nel quale si incrociano la psicanalisi e il femminismo, gli studi di genere e il multiculturalismo, l’estetica e le teorie della letteratura. Una libertà intellettuale che non ha mai smesso di essere presa di mira, oggi più che mai, da ogni integralismo.