La mia città trasloca
«Sopra la montagna della miniera, la nuvola di fumo si alza verso il cielo filtrando gli ultimi raggi del sole. È tardi. Ma ormai siamo nella stagione della luce e non diventa mai buio del tutto. Il sole scende appena sotto l’orizzonte e poco dopo torna a sorgere. Il mio cellulare ha suonato almeno sette volte. Forse Julia? Forse la mamma? Ma non mi interessa. Ora sono con Albin».
Kiruna è una cittadina nel nord della Svezia oggetto di un singolare progetto urbanistico: parte degli edifici verranno smontati e spostati in una nuova area, dove ne verranno costruiti altri. La città non può restare dov’è: a causa della miniera su cui si poggia, il terreno si è indebolito; così, gli abitanti hanno scelto di non abbandonare la loro città, e di traslocarla invece qualche chilometro a est.
Maja non vuole che la sua vecchia casa venga demolita, non vuole allontanarsi dalla sua amica Julia, non vuole rischiare che Albin si interessi ad altre ragazze, non riesce a sopportare che al posto di quelle strade e quegli edifici che fino a oggi sono stati la sua vita, tra poco ci sarà solo il vuoto. Per questo, prende il cellulare e filma. Racconta la neve e le sue notti insonni, quando punta la sveglia alle 1:10 e attende di sentire l’esplosione controllata che fa staccare il minerale di ferro chilometri sotto terra. Ma un giorno scenderà sottoterra…