La musica nel teatro
Divi la cui fama non conosce confini, contratti da capogiro, orchestre impegnate in tour planetari, partecipazione costante di un pubblico paragonabile per passione a quello degli stadi di calcio: questa è l'opera, oggi. D'altro canto la storia del melodramma sembra essere giunta a un punto morto, e se il repertorio continua ad ampliarsi, lo fa a senso unico in direzione del passato. Ma allora, che cosa rende l'opera tanto vitale, malgrado tutto? L'inalterato successo di questa forma di spettacolo è solo un riflesso culturale condizionato, o rispecchia in qualche modo tratti e valori della nostra epoca? E ancora: è possibile rintracciare un principio organizzativo, un meccanismo interno che spieghi perché poche opere, sempre quelle, vengono rappresentate sui palcoscenici di tutto il mondo mentre migliaia d'altre scritte prima, contemporaneamente e dopo scivolano nel dimenticatoio?
A questo nucleo problematico Pierluigi Petrobelli è periodicamente tornatonel corso della sua carriera di studioso. Gli undici saggi qui raccolti, scritti nell'arco di un trentennio e pubblicati originariamente da Princeton University Press, sono altrettante pietre miliari di una ricerca che rifugge ogni tentazione di superficialità così come qualsiasi tecnicismo fine a se stesso, e che non manca mai di mettere aconfronto i risultati raggiunti con l'esperienza viva dello spettacolo teatrale. Musica nel teatro è insieme il documento di un itinerario intellettuale di raro vigore e la proposta di un "sistema" critico capace di aprire nuove prospettive alla ricerca.