Un villaggio aggrappato alle colline del Benin settentrionale. Un mercato di paglia e fango che le autorità vogliono eliminare e sostituire con uno di lamiera e cemento. Un popolo cocciuto e combattivo. Un sottoprefetto infido e borioso. Un cantastorie cieco che la sa molto lunga. Un antropologo che, come prescrive il suo mestiere, «tormenta con domande stupide gente intelligente», tentando di capirci qualcosa. E, alla fine, racconta una storia vera che sembra fantastica, popolata di anziani temerari, sacerdoti irriducibili, antichi spiriti guerrieri ancora molto pugnaci. Tra altari, sacrifici, cerimonie rituali, la vicenda del piccolo mercato nello sperduto angolo d'Africa diventa, nell'epoca dei grandi mercati globali, una moderna favola etnografica e un'allegoria della lotta contro l'arroganza del potere per la difesa della propria identità e delle proprie tradizioni.