Memorie della vita del fu G. F. Händel
Il settantenne Händel, ormai cieco, narra la sua vita di musicista all’assistente John Christopher Smith. Nel 1760, un anno dopo la sua morte, il reverendo John Mainwaring raccoglie dalla voce di Smith queste Memorie della vita del fu Georg Friedrich Händel, la prima biografia di un compositore mai pubblicata. Ma le Memorie non sono soltanto una raccolta di aneddoti händeliani, entrati poi durevolmente nelle biografie maggiori: secondo una collaudata tecnica settecentesca, nella narrazione di Mainwaring le vicende della carriera di Händel sono poste sotto la triplice insegna della Natura prodiga di talenti, della Fortuna generosa di successi, e della Provvidenza, che guida l’artista verso il traguardo supremo dei grandi oratorii londinesi, e del Messiah in particolare. Questa pietra miliare degli studi händeliani si chiude con un catalogo delle opere e una serie di “osservazioni” critiche che sono un documento rivelatore dell’estetica e della poetica musicale settecentesche. Le Memorie händeliane, lettura godibilissima, sono insomma il capostipite d’una lunga tradizione di libri dedicati alla “vita e opere” dei grandi musicisti. La seconda parte di questo volume comprende tre saggi fondamentali di studiosi dei nostri giorni che ridisegnano la mappa storico-intellettuale della personalità e dell’opera di Händel. Curtis A. Price narra la complessa vicenda della istituzione di un teatro d’opera italiano in Londra, condizione essenziale perché un musicista straniero come Händel potesse affermarsi nella floridissima vita teatrale londinese. Reinhard Strohm analizza i criteri seguiti da Händel nella selezione dei libretti italiani per i suoi quaranta e più drammi. Ruth Smith, infine, traccia per la prima volta un quadro organico di quel contesto culturale, ideologico e politico che negli anni ’30 e ’40 consentì la splendida fioritura dell’oratorio händeliano.