Portogallo
Di forte impronta personale, lontano da qualsiasi banalità descrittiva, questo diario di viaggio in Portogallo si discosta dai canoni più consueti del reportage letterario per esplorare più che città e monumenti, l'anima e il destino di un paese unico: una piccola nazione che un tempo dominò mezzo mondo ma "non riuscì a trattenere nulla se non le macerie dell'impero, vestigia di un desiderio immenso", e ora sfugge, cullandosi nel sogno, a un presente ingrato, incerto, incompiuto. Resoconto di un pellegrinaggio tra le rovine della Storia, tra le ombre di re, conquistatori, navigatori artefici della passata grandezza, ma anche di rapide e intense escursioni fra la gente comune, le pagine di Schneider restituiscono con sensibilità estrema lo spirito dolente della nazione, l'incanto malinconico e straordinario della terra della saudade. Ed è proprio questo sentimento - in cui convivono un'ineffabile nostalgia, un continuo rimpianto di cose non vissute, un inestinguibile anelito alla grandezza - la cifra tuttora riconoscibile, e forse unica ormai, di questo paese un po' a parte in Europa. Un motivo forte di attrazione, oggi, per il viaggiatore stanco di logori consumi turistici.