Scritti teorici e polemici
Richard Wagner non fu soltanto il compositore di colossali opere di teatro musicale che tutto il mondo conosce e ammira – e di cui peraltro si scriveva da sé gli interminabili e densi libretti. Per l’intero corso della sua vita Wagner fu anche un instancabile, quasi parossistico scrittore. Le diverse migliaia di pagine che destinò alla pubblicazione su giornali, riviste, opuscoli polemici e vasti volumi autobiografici (al cui computo si deve aggiungere l’imponente epistolario) hanno rappresentato non solo una delle letture preferite e dei grandi argomenti di conversazione per un secolo abbondante, ma anche un importante capitolo della storia della letteratura tedesca.
Con uno stile tra il brillante e il prolisso, denso, febbrile, spesso polemico e talvolta contraddittorio, Wagner scrisse praticamente su tutto, dalla politica alla filosofia, dalla drammaturgia musicale alla dieta vegetariana, tralasciando i più detestabili scritti antisemiti. Immergersi nella lettura delle sue opere teoriche e polemiche non vuol dire incontrare uno studioso che scava e indaga ma un uomo di irrefrenabile vitalità intellettuale che intende ammaestrare e discettare su tutto con uno stile dai tratti inconfondibili e dalla forza sorprendente.
Da diversi decenni poco o nulla di questo immenso, appassionante e diseguale corpo di scritti era disponibile nelle librerie italiane, e con questo volume si cerca di sopperire a questa inspiegabile assenza.
Il volume, che si avvale delle precise e apprezzate traduzioni di Francesco Gallia e di una esperta introduzione storica di Maurizio Giani, raccoglie un ampio ventaglio di scritti che va dal fondamentale 'Musikdrama', al visionario 'Del dirigere', al tormentato 'Una comunicazione ai miei amici', e ripropone alla lettura del pubblico moderno uno scrittore di rara passione e intelligenza.