In Hamburger all'italiana trovate ricette, consigli, segreti e curiosità per preparare il quater pounder con gli impareggiabili prodotti del Buon Paese. Il bello (e appunto il buono) di questo super-panino è che non servono tante messe in scena per imbandire la tavola: si può decidere subito di mettersi all'opera, perché bastano pane, carne e qualche ghiottoneria dettata dalla fantasia. E dalle ricette. Qui ve ne proponiamo tre e vi diciamo: Buon appetito, già da questa sera. 

Il poetico

Talmente perfetta che Pablo Neruda le ha dedicato una poesia, la cipolla di Tropea non solo è il tocco giusto per un vero “Hamburger all’italiana” ma è quel qualcosa in più: più dolce, ma lo stesso saporita, più delicata, più digeribile. Rossa, tagliata da polo a polo (come i puristi consigliano, per mantenere il sapore più forte) o tagliata a rondelle (se l’occhio vuole la sua parte) e poi appoggiata per ultima, proprio a contatto con il pane. È la morte sua.

Il Santa Maria Novella

Narriamo qui le gesta di un panino rinascimentale, che sfodera l’arma non convenzionale del pecorino di Pienza, quello dolce, morbido, suadente. Un hamburger, questo, che aiuta, sostiene e ispira la favella. Perché è talmene “bono” che vale la pena raccontarlo a destra e a manca. Lo dedichiamo alla stazione ferroviaria più famosa di Firenze, che prima di ospitare tanti fast food conosceva l’antenato dell’hamburger all’italiana: la porchetta.

Lo Strolghino

Il nome strolghino pare che derivi da strolga, che nel dialetto di Parma significa “astrologa, indovina”. Si dice infatti che per fare un salume così buono e in così poco tempo – lo strolghino viene stagionato meno di un mese – ci voglia una maga. Questo segreto emiliano è, a tutti gli effetti, una magia. Ed è forse la ricetta più “Docg” di tutto il ricettario.