Un rock hotel giù in città
Fine del 1967: Sherill Tippins coglie un'istantanea della straordinaria e forse irripetibile scena musicale di New York City. Protagonisti Jimi Hendrix, Janis Joplin e, naturalmente, il Chelsea Hotel.
Bill Graham, proprietario del Fillmore Auditorium di San Francisco, decise di ingrandirsi e aprire un Fillmore East, la primavera successiva, in un ex teatro yiddish dell’East Village. Organizzare concerti rock a New York era sempre stato difficile a causa della riluttanza degli albergatori di Manhattan a ospitare i musicisti e il loro contorno di molesti tirapiedi. A un certo punto Graham, per risolvere il problema, aveva considerato l’idea di aprire un proprio “rock hotel” in città, ma alla fine del 1967 ormai, grazie a Dylan, Phil Ochs, Robbie Robertson, Brian Jones e altri, il Chelsea si era assunto questo ruolo, anche se non sempre la faccenda era andata a buon fine. Nel giugno precedente, un po’ di tempo prima che il Monterey International Pop Festival ne facesse una star, Jimi Hendrix stava prendendo una stanza alla reception del Chelsea quando un turista bianco di mezza età lo scambiò per un facchino e gli ordinò di portare di sopra i bagagli. Hendrix se ne andò disgustato mentre sopraggiungeva uno dei fattorini veri.
Nel mese di agosto Shirley Clarke ospitò un concerto improvvisato dei Grateful Dead sul tetto, per raccogliere denaro per i Diggers – un gruppo di San Francisco impegnato a fornire cibo gratuito, alloggi e altri servizi ai giovani residenti di Haight-Ashbury – ma costoro interruppero l’esibizione poco dopo l’arrivo di Andy Warhol, che secondo loro era “un buco nero ambulante”, le cui vibrazioni newyorchesi risucchiavano fuori l’energia da quell’esperienza, per cui non riuscivano a suonare.
Ad ogni modo il Chelsea sembrava ancora la speranza migliore di Graham per ospitare i suoi artisti del Fillmore East, e il suo amico Stanley Bard, sempre in cerca di flussi costanti di denaro per sovvenzionare i residenti meno affidabili dal punto di vista finanziario, fu ben lieto di prestarsi. L’apertura del nuovo locale era stata fissata per l’8 marzo 1968, con le esibizioni di Big Brother and the Holding Company insieme a Tim Buckley e Albert King. Alcune settimane prima dell’evento, Janis Joplin e la sua band arrivarono al Chelsea per fare un po’ di pubblicità e un concerto all’Anderson Theater.
Per una ragazza originaria della profonda provincia texana – un’eterna emarginata che da quando aveva diciotto anni girava da un ambiente bohémien all’altro e che aveva trovato da poco un posto che le si addiceva davvero nella sottocultura ammantata di pizzi vittoriani a Haight-Ashbury, tra tisane, abiti vintage e pigri pomeriggi con gli amici a Hippie Hill – la vita al leggendario Chelsea rappresentava un’esperienza straordinaria.
Sherill Tippins
Chelsea Hotel. Viaggio nel palazzo dei sogni.
© EDT 2014