Versi scelti

Versi scelti

Il folle volo

Inferno, canto XXVI, 118-142
[Dante Alighieri]

"Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza".
Li miei compagni fec’io sí aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti;
e volta nostra poppa nel mattino,
de’ remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.
Tutte le stelle già de l’altro polo
vedea la notte, e ’l nostro tanto basso,
che non surgea fuor del marin suolo.
Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto da la luna,
poi che ’ntrati eravam ne l’alto passo,
quando n’apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avea alcuna.
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto,
ché de la nova terra un turbo nacque
e percosse del legno il primo canto.
Tre volte il fé girar con tutte l’acque:
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com’altrui piacque,
infin che ’l mar fu sovra noi richiuso”.

Il vero viaggiatore

Il viaggio, I
[Charles Baudelaire]

Per il fanciullo, che di mappe e stampe
è appassionato, l’universo è pari
alla sua brama illimitata. Il mondo
come è grande alla luce delle lampade,
e com’è, invece, agli occhi del ricordo,
meschino! Noi partiamo all’alba, colmo
il cervello di fiamma, il cuore gonfio
di rancore e di amari desideri,
e andiamo sul finito degli oceani
cullando l’infinito nostro, l’onda
seguendo nel suo ritmo: lieti, gli uni,
di fuggire una patria infame, gli altri,
l’orrore della loro terra, ed altri,
astrologhi annegati dentro gli occhi
d’una donna, i profumi perigliosi
di una Circe tirannica. Si inebriano
di luce, spazio e di infuocati cieli
per non esser mutati in bestie; il gelo
che li morde e i soli che li abbronzano
lentamente cancellano le tracce
dei baci. Ma può dirsi un viaggiatore
solo chi parte per partire: lieve
ha il cuore a somiglianza del pallone,
non si allontana mai dal suo destino,
senza saper perché dice: partiamo!
[...]

Il viaggio nel vento

Ode al vento occidentale
[Percy Bysshe Shelley]

I
Selvaggio vento occidentale, alito dell’autunno,
che spingi invisibile le foglie morte
come fantasmi in fuga da un mago,
gialle, nere e di un rossore febbrile,
turbe colpite dalla pestilenza:
tu che conduci al buio letto invernale
i semi alati, nel sonno profondo e freddo,
come spoglie sepolte nella tomba,
finché la tua azzurra sorella primavera
soffierà lo squillo sulla terra sognante
e portando nell’aria le gemme come greggi al pascolo
riempirà di tinte e odori il colle e la pianura,
Spirito selvaggio che ti muovi ovunque,
che distruggi e proteggi, ascolta, ascolta!
[...]

Il viaggio per le città

Una volta passai per una città popolosa
[Walt Whitman]

Una volta passai per una città popolosa
imprimendomi nel cervello per uso futuro
vetrine, architetture, tradizioni e costumi,
eppure ora di tutta quella città ricordo solo una donna
incontrata per caso che mi trattenne in quel luogo per amore.
Giorno su giorno e notte dopo notte noi fummo insieme,
il resto è stato tutto da tempo dimenticato:
ricordo, ricordo solo quella donna che appassionatamente mi stringeva,
e ancora noi camminiamo, amiamo, ancora ci dividiamo,
e lei mi tiene ancora per mano, io non devo andare,
la vedo accanto a me con le sue labbra tremule e mute.

Il viaggio agli antipodi

Antartica
[Pablo Neruda]

Antartica, corona australe, grappolo
di lampade gelate, cineraria
di ghiaccio staccatasi
dalla pelle terrena, chiesa squarciata
dalla purezza, nave senza briglie
sopra una cattedrale di biancore,
ara votiva di cristalli infranti,
bufera che si schianta contro i muri
della neve notturna,
dammi il tuo petto duplice sbattuto
dall’invadente solitudine, l’alveo
del terrifico vento mascherato
da tutte le corolle di ermellino,
con tutte le sirene del naufragio
e il bianco inabissarsi di ogni mondo,
o il tuo petto di pace che il freddo lucida
come un puro rettangolo di quarzo,
ed il non respirato, l’infinita
materia trasparente, i venti aperti,
l’eremo senza terra e povertà.
Regno del mezzogiorno più severo,
arpa di gelo sussurrato, immobile,
in vicinanza di stelle nemiche.
[...]