Fra talento, tenacia e ribellione: la storia di Rudolf Nureyev
"Ha un talento smisurato, ma è un indomabile ribelle.
È ambizioso, irriverente, affascinante.
non gli manca il coraggio e la fatica non lo spaventa.
Sa di essere il migliore e lo dimostrerà al mondo intero".
URSS, Repubblica di Baschiria, città di Ufa, anno 1951. Un ragazzo di 13 anni lotta contro tutto e tutti per inseguire il proprio sogno. Lotta contro un ambiente ottuso, contro una società che soffoca la libertà, i desideri, la gioia di vivere. Il suo nome è Rudolf, detto Rudi; Nureyev il cognome. Il giovane Rudi ha le idee chiare e presto si rende conto che per ottenere quello che vuole ha una sola possibilità: partire, lasciare la provincia e raggiungere una grande città – Mosca, Leningrado, e più lontano ancora.
Il sogno di Rudi è danzare, ma per farlo deve affrontare l’ostilità del padre, frequentare una scuola che non gli interessa, difendersi dai compagni che lo sbeffeggiano, esercitarsi in un freddo capanno nel bosco. Di tutto ciò però non gli importa, il suo desiderio gli dà una forza che lo rende impermeabile a quello che lo circonda. Con ostinazione, passo dopo passo Rudi riesce a perfezionarsi e a farsi notare da un’insegnante di danza che intuisce le sue grandi doti e lo prepara per l’audizione presso la prestigiosa Accademia Vaganova di Leningrado. Rudi viene ammesso e a 17 anni comincia per lui una nuova vita: è solo, non ha un soldo, ma è finalmente libero di dedicarsi esclusivamente alla danza. Prima il Kirov, poi il Bol’šoj, quindi Vienna e in ne Parigi lo accolgono in un crescendo di popolarità e ammirazione per la tecnica impeccabile e uno stile unico. Rudi ha le idee chiare, vuole rivoluzionare il mondo della danza. E la rivoluzione ci sarà, prima di tutto nella sua vita: a Parigi, a 23 anni, deciderà che è giunto il momento di scegliere – rinunciare al proprio paese, alla propria famiglia per seguire quel sogno che nel 1951, a Ufa, il piccolo Rudi aveva promesso a se stesso che si sarebbe realizzato. A qualunque costo.
Françoise Dargent è una giornalista francese che ha avuto la fortuna di conoscere personalmente quello che probabilmente è stato il più grande ballerino di tutti i tempi: la biografia, che racconta gli anni in cui un ragazzino di provincia si è forgiato nella tempra e nelle qualità fino a diventare Rudolf Nureyev, ha una componente romanzata molto importante, ma non nei fatti e nelle persone che lo hanno accompagnato – o ostacolato – attraverso un percorso irto di insidie ma ricco di frutti da raccogliere. Nureyev ne esce come qualcosa di ben diverso da un grande predestinato dal talento sconfinato: tutto il sudore, la fatica e perché no, l’astuzia oltre all’impegno di un ragazzo all’inseguimento di un obiettivo emergono chiaramente dal racconto. E con loro, il motore che spinge Rudolf: da un lato la voglia di primeggiare, di esserci, di esibirsi; dall’altra, però, il culto del bello e la capacità di vederlo e sublimarlo.
La storia di uno dei protagonisti più importanti del panorama artistico del Novecento, un innovatore che ha rivoluzionato il ruolo maschile nel balletto e la concezione stessa di danza classica: l'adolescenza e la gioventù di un grande artista raccontata con passione, accuratezza e colpi di scena.
Françoise Dargent è critica letteraria per «Le Figaro». All’attività giornalistica affianca la passione per la narrativa, che l’ha portata ad avvicinarsi alla scrittura e ad affermarsi in breve tempo come autrice di libri per ragazzi.