Melodia cubana
Ogni famiglia ha il suo Eldorado.
Terre lontane popolate di avi necessariamente intrepidi, seduttori, ricchissimi. Da bambino passeggiavo sulle banchine del porto, m’inebriavo di Brasile e di Caraibi, senza chiedere a me stesso niente di più preciso.
Quando sono cresciuto, ho deciso di vedere con i miei occhi.
Lei di cognome faceva Villademoros, cartolaia. Lui si chiamava Augustino, commerciante. I miei trisavoli. Abitavano all’Avana, la città in cui erano nati.
Centoventi anni più tardi Cuba taglia il respiro per quanto le persone, i luoghi sono belli, e stringe il cuore per quanto il fallimento grida al cielo. Il grande Fidel ha fatto il suo passaggio: voleva edificare il paradiso sulla terra. Si possono costruire scuole, ospedali, non si può costringere un popolo alla felicità. Soprattutto quando questo popolo già la possiede. Avete capito bene: insieme all’albero genealogico, abbiamo visitato le rovine
di un sogno.
E.O.