Musica e teologia nel Parsifal
Si è spesso discusso circa la religiosità del capolavoro estremo di Richard Wagner, Parsifal, un aspetto a volte condiviso, a volte rifiutato: di fronte a letture anche profondamente divergenti sia nell’ambito degli studi sia in palcoscenico e nella molteplicità di visioni spesso intellettuali e speculative, è opportuno interrogare da capo l’opera d’arte individuando le sue radici autentiche. Che cosa dice in sé il “Bühnenweihfestspiel”, la “sagra scenica sacra”, come Wagner definì nel sottotitolo il lavoro, inventando di fatto un nuovo genere musicale? Quali furono i riferimenti per Wagner e le sue osservazioni lungo la genesi? Soprattutto, quale fu il risultato confluito nella veste finale della partitura?
Giangiorgio Satragni, studioso della musica austro-tedesca dell’Otto e del Novecento, già autore per EDT di un saggio sugli ultimi anni di Richard Strauss, torna in libreria con un nuovo saggio sul capolavoro estremo di Richard Wagner.
Il libro mira a fondere l’analisi testuale dell’opera con quella della musica, cercando di capire in che modo Richard Wagner, scrivendo un dramma musicale che tratta della redenzione, esprima questa non soltanto in termini verbali e di trama, ma attraverso l’uso dei motivi conduttori, dell’armonia e dell’arte orchestrale.
L’analisi comparatistica, inoltre, permette di individuare, anche a livello di fonti, l’intreccio di filosofia, letteratura e musica, ma solo con l’accostamento della teologia alla musica si può cogliere l’essenza autentica dell’opera e del suo contenuto di redenzione. Su queste basi Satragni costruisce una lettura del nucleo del Parsifal avanzando una nuova esegesi del suo aspetto genericamente definito “religioso”, che si configura, piuttosto, come una teologia nel suono e, a tratti, una teologia del suono, ovvero una visione escatologica e trascendente con puri mezzi musicali.