Una parata di prime donne
I pionieri del clarinetto jazz della prima generazione provenivano, com'era inevitabile, da New Orleans. La tradizione delle bande marcianti vi era assai radicata, e le numerose bande che trovavano impiego più o meno continuo nelle quasi quotidiane sfilate, nei concerti festivi e nelle processioni funebri richiedevano legioni di clarinettisti. E anche in seguito, quando comparvero i gruppi più ridotti con la classica sezione fiati cornetta-clarinetto-trombone, il clarinetto vi mantenne un ruolo preminente. Essendo l'unico strumento di registro acuto in grado di competere per potenza con la cornetta - provate a immaginare il suono fioco di un flauto o di un oboe in un concerto all'aperto - il clarinetto provvedeva a tutti gli obbligato e i controcanti richiesti allo stile collettivo New Orleans arcaico.
I clarinettisti erano spesso le primedonne delle bande, secondo solo a pochi suonatori di cornetta d'eccezione. Per giunta, nella tradizione New Orleans, già nel 1900 s'era formato un buon numero di clarinettisti di valore, come Lorenzo Tio senior e junior, Alphonse Picou e George Baquet, che furono insieme i modelli o gli insegnanti di quasi tutti i colleghi delle generazioni successive. Uno dei due doveva essere stato il primo a esibirsi nel più celebre assolo di clarinetto tradizionale, l'obbligato sul registro acuto adattato dalla parte di ottavino della celebre marciaHigh Society.
Da questo ambiente uscirono i tre maggiori clarinettisti New Orleans SIdney Bechet, Johnny Dodds e Jimmie Noone; nonché altri della medesima scuola, come Barney Bigard, Omer Simeon, Edmond Hall, Albert Nicholas, Larry Shields e Leon Roppolo, i quali diedero tutti un contributo significativo a definire il ruolo della strumento nel jazz.
Gunther Schuller
Il Jazz - Il periodo classico - Gli anni Venti
dal capitolo "Virtuosi"