Berlino 1936. Quei sedici giorni di agosto
La cronaca dei sedici giorni in cui la marcia verso la guerra e la catastrofe della Germania nazista sembrò arrestarsi in surplace, e una città intera visse un inquieto ed emozionante agosto di festa apparente.
Berlino, agosto 1936: decine di migliaia di persone affollano la capitale tedesca, che il regime nazista vuole presentare al mondo come una metropoli elegante e cosmopolita. Per le strade invece delle marce militari si sentono risuonare orchestre swing, i cartelli “Juden verboten” (“Vietato agli ebrei”) sono scomparsi, i locali notturni sono stracolmi e felici di festeggiare quella parentesi di insperata libertà, i grandi magazzini pullulano di clienti e curiosi; gli occhi di tutto il mondo sono puntati sull’Olympiastadion, sulle gare e gli atleti, ma è anche per le strade che il regime sta combattendo la sua battaglia propagandistica.
Per raccontare questa parentesi sospesa nella marcia di un Paese verso la dittatura e la violenza, l’autore segue giorno per giorno la vita di alcuni personaggi più o meno famosi, narrando le loro storie incredibili e riferendo quale fu il loro destino una volta terminata quell’estate fuori dal tempo: atleti e artisti, diplomatici e leader politici, travestiti e prostitute, ristoratori e proprietari di locali notturni, berlinesi e turisti.
Ne nasce un racconto corale di grande forza emotiva, in cui alla grande storia politica e sociale fa da contrappunto la quotidianità e la molteplicità dei destini personali, spesso sorprendenti e drammatici.
Oliver Hilmes è nato nel 1971 a Viersen, in Germania. Ha studiato storia, scienze politiche e psicologia a Marburg, Parigi e Potsdam. Conseguito il dottorato in Storia contemporanea ha lavorato nella Sovrintendenza della Filarmonica di Berlino. Le sue biografie di Alma Mahler (2004) e Cosima Liszt (2007) in Germania sono state degli autentici bestseller, oltre a essere state molto apprezzate dalla critica e tradotte in diverse lingue. Recentemente ha pubblicato una fortunata biografia di Franz Liszt e di Ludovico II di Baviera.