Dieci anni Sottosopra: storia di una collana senza stereotipi
Nel 2012 successe qualcosa che diede da pensare, in casa editrice. In Svezia si stava compiendo un esperimento tanto interessante quanto radicale: a Stoccolma era stata aperta Egalia, una scuola materna pubblica in cui i bambini potevano “essere quello che vogliono essere” senza condizionamenti di genere, e la decisione più dirompente per la sua evidenza era stata la creazione e adozione di un nuovo pronome – hen, neutro – a sostituzione del maschile e femminile. L’editore intuì che l’attenzione ai condizionamenti culturali e sociali legati al genere biologico dal Nord Europa sarebbe arrivata fino a noi, cosa poi effettivamente avvenuta.
Ci si chiese allora quale contributo un editore come EDT, con il suo marchio Giralangolo, poteva dare per sollecitare un approccio critico alla questione fornendo strumenti adeguati. Ci si orientò sui libri illustrati per l’infanzia, nelle due fasce 3-5 e 6-8 anni, perché era la parte più ricca del catalogo di Giralangolo. La linea prescelta fu quella di raccontare storie in cui protagonisti e protagoniste potevano, appunto, “essere quello che vogliono essere”. Nulla più. Nessun intento didattico.
Il processo richiese un paio d’anni, per individuare in Irene Biemmi l’esperta più competente sul tema e concorde con l’esigenza di evitare ogni approccio educativo, e per costruire un progetto strutturato e ricco che si concretizzò in Sottosopra, prima collana dedicata al tema. Tuttora in Sottosopra si può essere certi di trovare storie libere da stereotipi, perché lavorare sull’aspetto sociale del condizionamento culturale, cui bambine e bambini sono esposti fin dalla scuola dell’infanzia, rimane l’obiettivo della casa editrice: per dare ai piccoli, come si dice in Egalia, “l’esperienza della vita nella sua interezza e non solo di metà”.