Quel paesaggio lontano
Dalla penna di un grande scrittore e viaggiatore, suggestive pagine di viaggio per buona parte inedite in italiano.
Autore di enorme successo per tutti gli anni Venti e Trenta, romanziere celebrato in tutto il mondo, poeta, critico, giornalista, librettista, intellettuale cosmopolita e raffinatissimo, Stefan Zweig non smise mai di viaggiare, lungo l’intero corso della sua vita. Prima per piacere e per il suo lavoro giornalistico e letterario, poi, con il crollo della civiltà europea e l’avvento del nazismo, in una fuga senza pace che lo portò a spostare la propria residenza dapprima a Londra, poi negli Stati Uniti, quindi sempre più a Sud, fino al Brasile, dove infine si toglierà la vita insieme alla sua seconda moglie.
Quel paesaggio lontano, che prende il titolo da una poesia del 1924, raccoglie le pagine più belle dedicate al viaggio da Zweig tra il 1902 e il 1940, in larghissima parte inedite in italiano: racconti brevi, corrispondenze per i giornali con cui collaborava, poesie, pagine piene d’atmosfera. Dai viaggi in Provenza e in Italia, alle peregrinazioni europee, alla Londra fra le due guerre, fino a un toccante ricordo della Vienna asburgica, scritto a poca distanza dal suo capolavoro estremo, Il mondo di ieri. Un libro pieno di intelligenza ed entusiasmo, di delicatezza e di struggente nostalgia per un mondo scomparso.
Stefan Zweig (Vienna 1881 – Petrópolis 1942) è uno dei più importanti e apprezzati scrittori europei del Novecento. Fra le sue opere più note, Il mondo di ieri (1941), al tempo stesso autobiografia e testamento spirituale, i racconti Bruciante segreto (1911), Lettera di una sconosciuta (1922), La novella degli scacchi (1941), le “miniature storiche” Momenti fatali (1927) e le biografie di personaggi storici come Balzac (1920), Dostoevskij (1920), Maria Antonietta (1931).