Debussy, modernità e bellezza

Musica

Debussy, modernità e bellezza

Il vincolo che la musica di Debussy ha contratto nei primi decenni del Novecento fra la modernità e la bellezza è sempre più evidente, anno dopo anno: partendo da Le Mer e Images, l'autore del volume ne identifica le prove evidenti, in rapporto alle analisi del pensiero estetico novecentesco.

Nessuno più di Debussy ha affondato le radici della propria poetica in un mondo naturale pensato come genuino depositario di bellezza. Come luogo ideale a cui rivolgersi, si direbbe che la natura occupi per Debussy un posto simile a quello che la musica assume in Mallarmé: un mondo esemplare, libero dalla supremazia del logos, che ha conservato la capacità dell’espressione senza doversi sottomettere alla «tentazione di spiegarsi». 

Un’analisi elegante e coinvolgente di quel legame tra bellezza e modernità che Claude Debussy portò in dote al Ventesimo secolo; un legame costruito attraverso una visione musicale che sfugge alle complesse elaborazioni formali della tradizione tedesca, prediligendo l’immaginazione istantanea e puntando senza incertezze a soddisfare un principio del piacere, la felicità dei sensi. Una visione che non poteva non entrare in conflitto con la radicale inaccessibilità della bellezza professata da tanta parte del pensiero estetico novecentesco, a partire da Theodor W. Adorno, che pur riconoscendo l’importanza della lezione di Debussy per le avanguardie, rimase sempre lontano dall’ammettere la radicalità della sua rivoluzione estetica.
Dopo una critica serrata alle letture più diffuse dell’opera di Debussy, da quella di Vladimir Jankélévitch tutta votata all’evocazione e al mistero, a quella strutturalista di Pierre Boulez, senza trascurare la consueta dicotomia impressionismo/simbolismo, Napolitano guida il lettore al riconoscimento di questa peculiare idea di bellezza, determinata con infallibile sapienza costruttiva da Debussy e posta al cuore della modernità, attraverso l’analisi di due opere magistrali: il trittico sinfonico La Mer, e la raccolta pianistica delle Images. Ne deriva un appassionato percorso interpretativo, disseminato di argomentazioni penetranti e originali, fra cui inediti confronti con le idee, la riflessione filosofica e il pensiero scientifico dell’epoca.

 

Ernesto Napolitano ha insegnato Istituzioni di Fisica teorica presso la Facoltà di Scienze e successivamente Storia della Musica moderna e contemporanea nel corso di laurea in Dams dell’Università di Torino. Oltre a svariati saggi e articoli sulle opere di Mozart e su autori del Novecento, fra cui Mahler, Berg, Maderna, Xenakis, ha pubblicato insieme a Renato Musto Una favola per la ragione. Miti e storia nel “Flauto magico” di Mozart (Feltrinelli 1982; Bibliopolis 2006) e Mozart. Verso il Requiem. Frammenti di felicità e di morte (Einaudi 2004 e, in trad. francese, Delatour 2013).