Hallelujah Junction. Autobiografia di un compositore americano

Musica

Hallelujah Junction. Autobiografia di un compositore americano

"John Adams è la voce dell'America"
Los Angeles Times

John Adams, uno dei più interessanti compositori della musica contemporanea americana e vincitore del Pulitzer Prize in Music nel 2003, alla soglia dei sessant'anni scrive con Hallelujah Junction la propria autobiografia. Come sempre accade con gli esempi migliori di questo genere letterario, il libro non è solo il racconto del vissuto personale dell'autore, ma è anche un ricco e penetrante affresco dell'ultimo mezzo secolo di storia americana.

Dalle memorie dei bucolici primi anni in New England alla scelta formativa ed esistenziale per la West Coast e il polo magnetico di San Francisco, fino ai capitoli dedicati alla genesi dei lavori della maturità come The Death of Klinghoffer, le tappe del libro sono fedeli alla scansione biografica, ma lo sguardo di Adams non è mai autoreferenziale.

Anche nelle pagine che il musicista dedica all'infanzia, si coglie l'atmosfera di un'intera generazione, grazie soprattutto all'incursione nel racconto di alcuni personaggi capaci di segnare un'epoca. Come Duke Ellington, che Adams ha la fortuna di affiancare al pianoforte nella sala da ballo del nonno; o come Leonard Bernstein, al quale il giovane Adams scrive una lettera per protestare contro la facilità del suo linguaggio musicale ricevendo dall'autore di West Side Story, incredibile dictu, una risposta.

In tutta l'autobiografia Adams si mantiene fedele a questo registro e, soprattutto, all'intento di comporre il quadro della propria vita inserendolo in un contesto più ampio. Tutto Hallelujah Junction, infatti, può essere letto seguendo il filo rosso delle intersezioni insolitamente ricche tra la produzione musicale di Adams e il clima storico nel quale hanno visto la luce. Per esempio, l'opera Nixon in China, del 1987, non è solo l'apoteosi e il superamento del minimalismo in teatro, ma è anche un invito a riflettere sull'operato del potentissimo (allora come oggi) Henry Kissinger. Nel 2002, per continuare con un altro momento particolarmente significativo, Adams crea On the Transmigration of Souls, composizione orchestrale commissionata dalla New York Philharmonic per ricordare gli attacchi al World Trade Center. L'anno successivo, l'opera vince il premio Pulitzer in Music e la registrazione con Nonesuch Records si aggiudica tre Grammies. Infine, va ricordata almeno la recente e discussa Doctor Atomic (2005), su libretto di Peter Sellars, che non soltanto ha riportato l'attenzione sulla figura di Robert Oppenheimer e sul Manhattan Project, ma ha anche ottenuto una risonanza fortissima sui media americani.

Pochi esempi che servono soprattutto a indicare alcune chiavi di lettura di un libro che negli Stati Uniti e in Inghilterra ha saputo superare il ristretto campo di attenzione del pubblico specialistico. Un libro che offre anche al lettore italiano l'occasione per una ricognizione attenta e spesso illuminante del Paese che più di tutti ha inciso nell'Estetica dell'ultimo mezzo secolo, oltre che della vita del compositore che ha contribuito a scrivere alcune delle pagine più importanti della musica contemporanea.