La metamorfosi del corpo: Mutanti
«I confini del nostro io sono porosi: si rimodellano e si ricompongono grazie agli elementi dell'ambiente che ci circonda. L'acqua del torrente è stata in passato lo spruzzo di un'onda marina, e tra un anno potrebbe scorrere nel sangue del vostro vicino di casa».
Per rispondere agli stimoli esterni, ai nostri desideri reconditi, per cause patologiche o per processi naturali, il nostro corpo cambia aspetto, in ogni singolo istante. Gavin Francis, autore del molto apprezzato Avventure nell’essere umano, ci conduce questa volta in un viaggio di esplorazione di questa eterna e inarrestabile metamorfosi, attraverso il racconto di ventiquattro tipi di trasformazione del nostro corpo. Alcune di esse sono dovute alle grandi transizioni della vita: il concepimento, la pubertà, la gravidanza, la menopausa, la morte. Altre sono descrizioni dei processi dovuti all’esperienza psichica: il sonno, la perdita della memoria, la malattia mentale, persino il jet lag. Altre ancora sono trasformazioni ricercate per far corrispondere il corpo a quello che sentiamo essere il nostro io più autentico, dal cambiamento di genere al culturismo, dal tatuaggio alla chirurgia estetica. Infine, le trasformazioni che la medicina deve affrontare ogni giorno: le malattie, gli squilibri ormonali, le fratture, le nuove forme di protesi e il corpo “aumentato” del futuro.
Partendo dalla sua pratica quotidiana di medico, Francis attinge alla storia, all’arte, alla letteratura e al mito per dimostrare come l’essenza dell’essere umano sia il cambiamento e ci aiuta così a comprendere il significato di questo continuo e fluido movimento, la sua importanza, la sua bellezza e i suoi pericoli. Perché capire il mutamento vuole anche dire imparare a vivere.
Gavin Francis, medico, scrittore e viaggiatore, è nato nel 1975 nel Fife, in Scozia. È autore di Avventure nell’essere umano (EDT 2016), vincitore del prestigioso Saltire Society Book Award, del BMA Medical Book Award, nominato libro dell’anno 2015 da «The Economist», «The Times» e «The Observer» e tradotto in 18 lingue. È anche autore di True North ed Empire Antartica, volumi in cui racconta la sua esperienza di medico nelle missioni polari. Collabora regolarmente con «The Guardian», «The Times» e «The London Review of Books». Vive e lavora come medico a Edimburgo.
«Anche il corpo è un fiume che scorre, o un fuoco che brucia: non ci sono due istanti in cui sia uguale a se stesso. Quando cresce oppure guarisce, quando si adatta e quando invecchia, inevitabilmente cambia forma, e lo stesso fa la nostra mente con il sonno, i ricordi e l'apprendimento».
Molti degli insonni cronici che visito non riescono a disattivare l’attenzione: ogni volta che scivolano verso il sonno una parte vigile, razionale della loro mente li risveglia con un sussulto. Approfondite analisi cerebrali rivelano che quando si dorme le aree analitiche del nostro cervello tendono a farsi silenziose, mentre quelle più emotive e istintive si rianimano. Addormentarsi rappresenta una sorta di abbandono, sia della coscienza sia del corpo. Ma per alcuni l’innata mancanza di controllo tipica del sonno può essere una prospettiva terrificante. Spesso basta semplicemente dormire un po’. I medicinali per favorire il sonno possono dare una pericolosa dipendenza, ma in linea di massima sono efficaci. I sedativi come la valeriana sono tra i farmaci più antichi, e per millenni si è fatto largo uso anche di oppio. Si stima che circa il 10 per cento della popolazione mondiale soffra di insonnia cronica – un “sintomo” vissuto dai pazienti, non una “diagnosi” che implica una specifica causa medica – e la percentuale di coloro che dormono male è ancora più alta. Nessuno sa con precisione perché dobbiamo dormire, ma tutti gli organismi alternano periodi di riposo e di attività. Alcuni cetacei, foche e uccelli hanno la capacità di dormire utilizzando un solo emisfero cerebrale alla volta, lasciando in tal modo intendere che l’operazione è talmente importante da non poter essere interrotta a lungo: è a repentaglio una vitale igiene cerebrale. Si ritiene che i processi neurali coinvolti nel sonno rimuovano le tossine prodotte dalle cellule cerebrali, riattivino alcuni aspetti delle funzioni corporee e riparino i tessuti danneggiati. I bambini dormono più degli adulti perché il loro cervello è in costante apprendimento e il processo di crescita in pieno svolgimento: è durante il sonno che il corpo sintetizza l’ormone della crescita. Più stiamo svegli più si accumula nei tessuti neurali una sostanza chimica chiamata adenosina. Fondamentale per il metabolismo energetico cellulare, un suo eccesso provoca danni molto gravi, ma il sonno ne riporta i livelli alla normalità.
A quanto pare diverse fasi del sonno adempiono a diverse funzioni. Il sonno rem, in cui si manifesta la gran parte dei sogni, è importante per il rafforzamento della memoria (o forse per la sistematica dimenticanza delle informazioni inutili), mentre se fossimo privati del sonno “a onde lente” potremmo svegliarci con la sensazione di non essere riposati. (rem significa “rapid eye movement”, ovvero “movimento oculare rapido”: benché il corpo sia immobile i muscoli degli occhi continuano a muoversi.) Mentre dormiamo il sonno rem si manifesta all’incirca ogni novanta minuti: la maggior parte degli adulti ne ha quattro o cinque episodi ogni notte. I periodi di sonno “non-rem” sono stati tradizionalmente divisi in quattro fasi, i-iv, ma questa classificazione viene considerata attualmente troppo semplicistica. Buona parte dei particolari e dei meccanismi del sonno rimangono misteriosi. I bambini appena nati trascorrono all’incirca metà del loro sonno nella fase rem, gli adulti più o meno un quarto. Gli stadi di sonno più intenso, quando i tracciati elettroencefalografici del cervello mostrano impulsi profondi coordinati nell’attività neurale, diminuiscono anche con l’avanzare dell’età: alcuni anziani non entrano mai nella fase più profonda del sonno a onde lente. Il sonno rem viene innescato da un piccolo fascio di neuroni proveniente dalle profondità del tronco encefalico che confluisce in un’area centrale del cervello denominata talamo. Quando questi neuroni si attivano, inizia il sonno rem, ma soltanto i mammiferi e gli uccelli ne hanno esperienza. Se svegliate qualcuno durante la fase rem, nel 90 per cento dei casi vi racconterà che stava sognando. Tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta era opinione diffusa che essere nella fase di sonno rem significasse automaticamente sognare, ma più di recente si è dimostrato che non è così. Se svegliate un individuo durante il sonno non-rem, c’è pur sempre un 10 per cento di probabilità che vi racconti un sogno, anche se in genere più concettuale e meno vivido di quelli riferiti durante la fase rem. È piuttosto facile assicurarsi il sonno con dei farmaci, mentre i sogni ricorrenti e angosciosi rappresentano un problema più complesso. Ascoltare lo svolgimento dei sogni, tuttavia, e indagarne le associazioni, offre talvolta uno spazio accogliente in cui analizzare ansie e preoccupazioni indistinte. Non sono uno psicoanalista, ma conoscere il contenuto dei sogni dei miei pazienti può essere spesso utile per provare a comprendere le sfide e le complessità delle loro vite.