Oltre quattro secoli di danza con Apollo
Da più di quattrocento anni il balletto classico occupa un posto centrale nella cultura e nella civiltà occidentale. La storica della danza (ed ex ballerina) Jennifer Homans ripercorre per la prima volta l’intera storia di quest’arte delicata e sublime.
Un libro dedicato a un'arte capace di forgiare il gusto e lo stile di tutte le epoche, dal Rinascimento al Postmodernismo, attraverso il balletto classico e romantico, il Modernismo dei Balletti Russi, le guerre mondiali, la Russia sovietica e l’America della Guerra Fredda.
Senza mai privarci del piacere della lettura, l’autrice descrive l’evoluzione della tecnica, della coreografia e della spettacolarità; illumina le straordinarie figure di artisti che hanno dato vita a questa appassionante vicenda culturale – coreografi, ballerini, maestri e scenografi – ripercorre i grandi spettacoli e le grandi scuole che ne hanno contrassegnato il percorso.
Un testo che non può mancare alla biblioteca di chiunque riconosca il valore che il movimento, la musica e l’arte hanno portato alla nostra civiltà.
Per iniziare la lettura, ecco un estratto dell'introduzione di Jennifer Homans.
Sono cresciuta nell’intenso milieu intellettuale dell’Università di Chicago, dove entrambi i miei genitori lavoravano. Non sono sicura del perché mia madre mi iniziò alla danza classica, tranne che le piaceva andare agli spettacoli e che forse il balletto si conformava al suo gusto per l’etichetta e le formalità, tipico del sud degli Stati Uniti. Fui iscritta alla locale scuola di danza, diretta da un’anziana coppia che aveva ballato con una delle troupe di balletto russo che si erano esibite in tutta America negli anni dell’immediato dopoguerra. La loro non era, però, una scuola di danza come tante. Non c’erano saggi annuali né rappresentazioni dello Schiaccianoci, niente tutù rosa con calzamaglie intonate. Lui soffriva di sclerosi multipla e insegnava seduto in carrozzina, descrivendo con pazienza, ostinazione, i passi in tutti i loro dettagli, mentre noi tentavamo, con l’aiuto della moglie, di tradurli in movimento. Per lui il balletto era un qualcosa di serio e urgente, e al contempo (anche questo ci comunicava) una grande gioia. [continua a leggere]