Perlie, che combini? Il segreto di Perla, studentessa di nascosto

Bambini e ragazzi

Perlie, che combini? Il segreto di Perla, studentessa di nascosto

Raggiunto il diploma, Perlie "Perfettina" Perez sta per realizzare i suoi progetti di vita; peccato che la prestigiosa Delmont University non l'ammetta! Come fare? Imboscandosi al campus come una vera studentessa! Frizzante e appassionante, un romanzo dalla trama ricca e avvolgente, e con una irresistibile dose di ironia.

Perlie “Perfettina” Perez ha concluso con ben due anni di anticipo le scuole superiori: diplomata con il massimo dei voti a sedici anni, ha confermato tutte le aspettative dei suoi esigenti genitori. Votata all’impegno assoluto, si prepara a spuntare la casella successiva sul “Piano Accademico di Perlie” compilato insieme a tutta la famiglia parecchi anni prima: sarà ammessa alla prestigiosa Delmont University, conseguirà la laurea in medicina ed entrerà quindi nel quotato studio di chirurgia plastica della madre. Le cose, però, non vanno come la ragazza si aspetta. A differenza di Camilla, compagna di scuola figlia di amiche dei genitori e sua rivale morale, la lettera che riceve è di secco rifiuto. Impossibile comunicarlo a casa: ogni suo fallimento è sempre stato considerato come una terribile mancanza di rispetto verso tutti i sacrifici che i genitori hanno fatto per lei, la delusione provocata sarebbe irrimediabile. Ecco quindi la soluzione: Perlie falsifica la lettera di ammissione, scova sul web tutte le informazioni per muoversi alla Delmont, prepara un nuovo, dettagliatissimo piano e comincia l’anno accademico intrufolandosi in una stanza del campus come una qualsiasi studentessa. Frequenterà le lezioni, respirerà l’atmosfera del college e intanto preparerà una nuova domanda di ammissione, che non potrà non convincere il comitato ad ammetterla al secondo semestre. Ma un giorno dopo l’altro, a suon di bugie e sotterfugi verso amici, compagni, docenti e personale, emerge in Perlie un dubbio che erode le sue certezze: è proprio quella la strada che fa per lei? È quella la vita che desidera?

L’autrice Tracy Badua, di origini filippine come Perla, mette in scena una movimentata e divertente avventura tutta segreti, imprevisti e stratagemmi. Come farà Perlie a occupare una stanza del dormitorio? E dove troverà i soldi per le varie spese, visto che ha millantato una cospicua borsa di studio? Per ogni problema, la ragazza ha soluzioni brillanti che però falliscono continuamente, in un alternarsi di Evviva! e di Oh no! per tutti i lettori e le lettrici. Le persone a cui deve mentire aumentano, così come il rischio di essere scoperta, i genitori brontolano per i voti che non arrivano… Una situazione terribile, ma dai risvolti preziosi per la “nuova Perla”: avere finalmente degli amici, allontanarsi da un contesto familiare e sociale opprimente, confrontarsi con le difficoltà, sperimentare nuove attività per scoprire le più adatte a lei, tutto le chiarisce le idee, allargando la sua visione del futuro e di se stessa.
Il romanzo accende i riflettori sul tema scottante delle aspettative tossiche. I genitori di Perlie, immigrati filippini passati dalla povertà al successo a suon di impegno e sacrifici, si aspettano la stessa cosa dalla loro intelligentissima figlia. A Perlie servono tre mesi vissuti da clandestina per capire chi in realtà lei sia e cosa desideri per sé. E a quel punto, seppur con la polizia alle costole, qualche amicizia perduta e una visione del futuro meno prestigiosa di quella prospettata, potrà finalmente impegnarsi per se stessa. Ora è libera da “Perlie Perfettina”, e può essere Perla Perez, una ragazza in gamba asso dei videogiochi e abilissima con i fogli di calcolo.
 

 

Dan Gemeinhart è nato nel 1978 a Francoforte. Figlio di un militare dell’esercito americano, ha traslocato diverse volte durante l’infanzia, frequentando ogni anno una scuola diversa. Oggi vive con la moglie e le tre figlie in una piccola città nello stato di Washington, dove prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura ha fatto per tredici anni l’insegnante e il bibliotecario. Con L’imprevedibile viaggio di Coyote Sunrise ha vinto il Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2023 nella categoria 11+, il Premio La Storia Più Importante e il Premio Letteratura Ragazzi di Cento - 45a edizione.

Un estratto

Durante il viaggio di sette ore verso la Delmont, sudo freddo a tal punto che potrei riempire una piccola piscina gonfiabile. Anche se è giovedì, c’è già traffico per il weekend del Labor Day e il nostro viaggio si allunga di un’altra insopportabile ora. Papà guida, mamma manda messaggi alla sua segretaria e io me ne sto afflosciata sul sedile posteriore accanto alla borsa con il set di piumino e lenzuola. Giocherello nervosamente con il ciondolo a cuore. Non potevo evitare il viaggio di trasferimento programmato con i miei genitori senza far suonare un gigantesco campanello d’allarme nella loro mente. E poi, non avendo la patente, mi serviva davvero un passaggio fino al campus per portare tutte le mie cose.
Adesso che siamo arrivati alla Delmont, le probabilità che mi scoprano crescono esponenzialmente, al pari della mia ansia. Papà si lancia in un profluvio di «Ooh» e «Aah» quando vede uno striscione di benvenuto appeso all’arco di pietra che sovrasta la strada principale del campus. Ai lati del viale ci sono palloncini blu e verdi e, in cima alla fila di auto, dei volontari si piegano sui finestrini aperti, chiacchierando con le famiglie dei nuovi arrivati alla Delmont. Sui marciapiedi gli studenti spingono carrelli di plastica con le valigie incastrate tipo Tetris. Fanno lo slalom tra gli altri nuovi arrivati e la mascotte di peluche a forma di drago che balla con indosso una larghissima t-shirt extralarge della squadra di basket del college. L’entusiasmo della novità conquista tutto e tutti.
Tranne me. Dovrei essere esaltatissima. Questo dovrebbe essere il giorno in cui inizia la mia vita da studentessa della Delmont. Eppure provo soltanto una paura grigia come la cenere che mi penetra fino al midollo.
Papà osserva i dormitori più avanti. «Che alloggio stiamo cercando?»
«Keith Hall.»
Uno dei dormitori costruiti al margine dell’area residenziale del campus.
La seconda parte del piano è la più complicata: trovare un posto dove dormire. Ho perlustrato ogni angolo del sito dell’università e dei social media in cerca di qualsiasi informazione disponibile sull’occupazione dei dormitori e sulle regole di entrata e uscita. Grazie a una petizione vecchia di cinque anni ripescata dalla pagina di uno studente, ho scoperto che per le matricole non è più obbligatorio vivere all’interno del campus. I dormitori più vicini alle aule sono costosissimi e gli studenti preferiscono trovarsi alloggi economici e spaziosi fuori dal campus, così molti degli edifici più vecchi e isolati come Keith Hall restano mezzi vuoti. A Keith Hall avrò quindi opportunità migliori i trovare una stanza vuota dove mollare le mie cose prima di rispedire a casa i miei. Massimizzare le chance di successo è importante. Non arriverò nemmeno alle altre fasi del piano se non riesco a convincere i miei genitori a lasciarmi in una stanza carina e sicura. Tutti i dormitori utilizzano lo stesso sistema di tessere elettroniche come chiavi, grazie a un grosso upgrade finanziato da un donatore un decennio fa, quindi una volta capito come funziona Keith Hall, potrò usare quelle informazioni per gli altri edifici, se necessario. Però, se tutto va secondo i miei piani, non ci sarà nessun “se necessario”.
Bloccati dietro un camion di rifornimenti alimentari, saliamo su per la collina verso Keith Hall. L’edificio compare alla nostra vista: dodici piani di camere singole, spazi comuni e bagni condivisi.
Mentre ci avviciniamo, mi raddrizzo sul sedile, con lo stomaco che mi brucia per l’acidità e la tensione. Più avanti ci sono delle file di tavoli pieni di cartelline e pile di fogli circondati da volontari con la maglietta blu. Le complica- te strategie che ho elaborato durante l’estate mi turbinano in testa.
Come dice Super Mario, Here we go! Ci siamo!